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lunedì 21 marzo 2011

Il Gioiellino, storia del crack Parmalat. "Se i soldi non ci sono, inventiamoceli!"

Il Gioiellino, bella pellicola del regista Andrea Molaioli sul crack Parmalat (produzione italo francese... guarda un po'...). Non un capolavoro, ma un film sicuramente da guardare, nonostante siam certi non farà sfracelli al botteghino e nonostante la cronaca (nerissima!) di quegli anni risulti a mio parere, un po' troppo "addolcita e compressa" da tempi ed esigenze cinematografiche.

Il film si presenta in ogni caso come una rara mosca bianca tra "gli immaturi manuali d'amore", "le vite facili degli amici miei" o "i maschi vs femmine da non giudicare", effimere pellicole che confermano in questi giorni (qualora ce ne fosse stato bisogno!) la definitiva decadenza del cinema italiano, farcito di "fotocopie in salsa Zelig"(con la Cortellesi,Bisio e Cristian De Sica che passano per “maestri”...sigh!).

Le buone interpretazioni di Toni Servillo (il cinico direttore finanziario), Remo Girone (“il proprietario”) e Sarah Felberbaum, senza dimenticare l'ottimo Lino Guanciale (vincitore del premio Gassman che interpreta il dirigente “pentito”), descrivono i mediocri retroscena che portano alla caduta del gigante del latte, tra incompetenza manageriale, gestione “creativa” delle finanze e totale assenze di controlli in un sistema economico, bancario (e borsistico…) forse troppo debole e interessato per comprendere e governare efficacemente i successi delle aziende (sane) e soprattutto per prevenire coscientemente le misere disfatte di certa allegra imprenditoria made in Italy.

Sullo sfondo, un italietta di provincia piena di segretarie sorde, cieche e mute, yes man, giornalisti "distratti" e banchieri onnipotenti, unici reali "deus ex machina" dello stivale.

Sufficiente la colonna sonora che avrebbe forse meritato una ricerca più approfondita specie per accompagnare e impreziosire le scene più significative del racconto (dichiarazione del fallimento societario su tutte).

Peccato infine che manchino espliciti riferimenti alle vittime del patron del latte, ancora oggi in attesa di risarcimenti, un assenza chissà, forse voluta per richiamarne, alla fine, un'altra: quella della giustizia.

Giudizio finale: 7 euro spesi bene!

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